giovedì, giugno 08, 2006

Far girare la Ruota della Legge.



Quando il Buddha Shakyamuni, Siddharta, dopo aver conseguito l'Illuminazione iniziò ad insegnare agli altri, si dice che cominciò a "far girare la Ruota della Legge". Poiché in India l'altra "Ruota" conosciuta è quella del Samsara, cioè quella del flusso delle esistenze condizionate, della sofferenza, della morte, girare la Ruota del Dharma ha esattamente il valore opposto: favorire la liberazione, l'affrancamento dai condizionamenti, dal dolore, dall'illusione fondamentale che oscura l'esistenza. Questo, difatti, era proprio lo scopo del Buddha. Nichiren Daishonin, altro Illuminato di altra epoca e localizzazione culturale-geografica, sintetizzò la sua comprensione dell'insegnamento buddhista nel mantra Nam Myoho renge Kyo, che per lui rappresentava il nucleo principale, l'essenza di ogni cammino di consapevolezza e liberazione. Ebbene, recitando il Daimoku - cioè l'invocazione Nam Myoho renge Kyo ripetuta per un certo tempo e con una certa intonazione - è possibile percepire come un movimento rotatorio, cioè il suono - per così dire - ruota, ritorna continuamente su sè stesso e riparte, configura un ciclo ascendente e discendente, verso l'esterno e verso l'interno: praticando in questo modo l'accostamento con l'insegnamento del Buddha e con il ruotare la Ruota del Dharma, mi è risultato facile, spontaneo. Fare Daimoku, dunque, significa sostanzialmente proseguire - qui ed ora - quell'antico gesto, sintonizzarsi con quell'antica risonanza dell'Illuminato, con quel suo tentativo di sciogliere il ciclo del Karma, di trasformarlo, di generare in sé stessi, negli altri e nel proprio ambiente un circolo virtuoso, una ruota evolutiva. Recitando Nam Myoho Renge Kyo si fa procedere la Ruota della Legge, si viaggia allora, si sale sull'Unico Veicolo - come suggerito nel Sutra del Loto - che prosegue la metafora del movimento, della partenza, del viaggio, del mutamento e della scoperta di nuovi paesaggi e orizzonti.

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