martedì, aprile 13, 2010

Maestro-discepolo


Proprio oggi ho letto una frase molto interessante sull'ultimo numero (n. 440) del Nuovo Rinascimento, una delle riviste della Soka Gakkai italiana. Alla domanda sul suo legame con il maestro, Jasmina (responsabile nazionale giovani) risponde: "Il presidente Ikeda è la persona che crede in me e questo mi ispira e mi incoraggia a fare sempre meglio." Sono rimasto veramente toccato da questa affermazione, perché mi ha rivelato un aspetto del principio maestro-discepolo a cui, personalmente, penso molto raramente o, forse, addirittura non ho mai pensato coscientemente. Per quanto mi riguarda ho sempre un atteggiamento molto prudente con i maestri di qualsiasi disciplina e genere. Accetto senz'altro la guida di chi, magari, ha più esperienza di me o è in grado di insegnare su argomenti che mi interessano, e di questo sono riconoscente. Però dal punto di vista del maestro spirituale la situazione mi si fa più complicata, perchè non mi piacciono le dipendenze e, talvolta, eccedo in diffidenza. Anche per questo apprezzo il buddismo: in generale in esso si tende a far affidamento soprattutto su sé stessi, sulla propria capacità di auto-determinarsi, sulla propria forza interiore. Tuttavia anche nel buddismo il maestro ha una grande importanza, però come parte di uno scambio maestro-discepolo in cui esiste collaborazione e, in definitiva, anche parità. Si dice addirittura che nel ciclo delle rinascite, di vita in vita, le funzioni del maestro e del discepolo possano ribaltarsi e i ruoli invertirsi - proprio a sottolineare che non si tratta di un rapporto superiore-inferiore, quanto di una complementarietà finalizzata al perseguimento di un obiettivo: l'evoluzione della consapevolezza. Detto questo, la frase citata mi ha sorpreso affermando che il maestro è colui che ha fiducia nel discepolo, nelle sue capacità di essere umano, nelle sue potenzialità. Di solito sono io che mi chiedo se dare fiducia al maestro e che mi faccio anche dei problemi, che ho delle resistenze... e invece è proprio il contrario: è il maestro che mi da fiducia, mi sostiene, mi incoraggia a credere in me stesso!!! Seguire il maestro, dunque, non consiste tanto nel credere in lui, quanto in me (!), perché sostanzialmente è questo che mi insegna e in questo mi sostiene. Non so se mi spiego, ma ciò mi sembra veramente fantastico e perfino rivoluzionario! Per quanto mi riguarda personalmente è un passo in più verso la comprensione del principio maestro-discepolo in chiave buddista.

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